Traversata delle 7 cime - Itinerario per Cresta intorno alla Val Ravella
a cura di Guido Caironi
Il percorso della traversata sulla carta topografica
|
Regione: Lombardia Alpi: Italiane - Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Triangolo Lariano Punto di partenza: Cappella del Lazzaretto - Fonti del Gajum - Canzo (q. 470 m) Direzione di salita: W - E - N - E Quota massima: 1375 m Dislivello di salita: 1500 m Dislivello totale: 3000 m Tempo di salita: 4,00 h Tempo totale: 7,15 h Difficoltà: EE - A - II+ - PD (scala difficoltà)Punti di appoggio: Rif. Marisa Consiglieri al Cornizzolo - (q. 1050 m) - Rif. S.E.V. Pianezzo ai Corni di Canzo - (q. 1250 m) Tipo di salita: Sentiero e traccia segnata Periodo consigliato: primavera - autunno - inizio inverno Cartografia: KOMPASS - Lago di Como - Lago di Lugano - 1:50000
Attrezzatura:
Valutazione:
|
Introduzione:
Un percorso molto vario ed entusiasmante che permette di guadagnare ben sette cime prealpine in un suggestivo ed estetico paesaggio di media quota. L’itinerario, per certi aspetti lungo e faticoso, ripaga delle fatiche sostenute sia in quanto a bellezza estetica, sia per i suoi aspetti culturali. Lungo il percorso si incontrano numerosi siti geologici di notevole interesse (una buona parte del percorso si svolge all’interno della Riserva Naturale del Sasso Malascarpa), rigogliosa vegetazione ed altrettanto piacevole fauna di collina. Il territorio della Val Ravella, è utile sapere, vide un intenso insediamento antropico sino agli anni ‘50; ai boschi oggi rigogliosi si sostituiva così la costante presenza di pascoli e la tipica morfologia a terrazzamenti per seminativi, ancora oggi intuibile sui versanti montani della Valle. La sedimentazione marina offrì invece le condizioni per la costituzione di dolomia fossilifera a Conchodon e per la nascita dei fenomeni carsici di cui ancora oggi è possibile ammirarne la presenza e la bellezza. Da segnalare inoltre, perlopiù nel versante Valmadrerese del Moregallo, la diffusione (in origine un reinserimento artificiale) del Muflone e, nelle acque del torrente Ravella, la presenza del gambero di fiume (Austropotamobius pallipes). Un percorso dedicato a tutti coloro che siano in possesso di un discreto allenamento e di medie capacità escursionistiche e che abbiano il desiderio di trascorrere una giornata di naturale immersione, portandosi a casa una bella traversata di cresta (lunga circa 13 km!).
Accesso:
Da Erba si seguono le indicazioni per Canzo. Giunti all’abitato si risale verso est in direzione delle Fonti del Gajum (indicazioni e cartelli), parcheggiando o direttamente alle fonti o nei pressi della via Monte Rai, salendo sulla destra, circa duecento metri prima dello slargo delle fonti.
Descrizione:
Prima parte: il Monte Cornizzolo (1241 m)
Partenza: strada alle Fonti del Gajum, Cappella del Lazzaretto (470 m circa) )
Arrivo: vetta del Cornizzolo (1241 m) )
Dislivello: 770 m di rapida ascesa)
Tempo di percorrenza: 2 ore e 15 minuti
Difficoltà: E
Segnavia: sentiero n. 3, bandierine bianco-rosseLasciata l’auto nei pressi di Via Monte Rai (salendo alle Fonti del Gajum circa duecento metri prima della fonte, sulla destra), si percorre a piedi un tratto di strada asfaltata, seguendo le indicazioni per il Cornizzolo. Poco oltre sulla sinistra si stacca una mulattiera che, dapprima in falso piano, poi per balze più scoscese, conduce all’interno del bosco di caducifoglie e permette di guadare il torrente Pesora. Si risale il versante sinistro orografico della Val Pesora, dapprima parallelamente alla linea dell’acquedotto, in un percorso sempre facilmente individuabile. Ignorando alcune deviazioni secondarie si prosegue tra tornanti e tratti ripidi e sassosi sino a raggiungere una radura che si attraversa dapprima in diagonale a sinistra e poi verso destra. Guadagnata la spalla del Monte Pesora si risale, ancora nel bosco (alla nostra destra in basso è visibile il Lago del Segrino) lungo la cresta, sino ad uscire dal tratto alberato e giungendo al prato terminale. Poco oltre si raggiunge la sommità del Monte Pesora (1196 m., anticima occidentale del Cornizzolo), ove è posta una centralina meteorologica (1 ora e 50 minuti). Piegando verso est si percorre l’evidente sentiero che a mezza costa ed a tratti sullo spartiacque conduce in ulteriori circa 20 minuti alla vetta del Monte Cornizzolo (1241 m.).
Seconda parte: il Monte Rai ed il Prasanto
Partenza: Monte Cornizzolo (1241 m)
Arrivo: Monte Prasanto (1244 m)
Dislivello: 291 m in discesa, 280 circa di risalita
Tempo di percorrenza: 1 ora
Difficoltà: E
Segnavia: bandierine bianco-giallo-rosse e traccia evidenteDalla vetta del Cornizzolo si discende verso est, su evidentissima traccia, verso il Rifugio Marisa Consiglieri, che si raggiunge in 15 minuti (1050 m.). E’ già ovviamente visibile tutto il percorso che svolgeremo, risalendo la cresta del Monte Rai, scendendo alla sella che lo separa dal Monte Prasanto, per risalire quest’ultimo. Purtroppo è già nettamente visibile (spiacevole compagno di cordata) anche il cimelio della torre S.I.P., antiestetico prodotto dell’industria delle telecomunicazioni. Raggiunto il rifugio si percorre la carrareccia che conduce verso le antenne del Prasanto, abbandonandola poco oltre per percorrere una traccia che si stacca sulla destra. Risalendo senza grosse difficoltà la spalla erbosa si raggiunge, in circa 30 minuti, la vetta del Monte Rai (1259 m.). Da qui, scendendo verso nord, si entra in un bosco di sempreverdi, abbassandosi all’insellatura tra Rai e Prasanto, riguadagnando poco oltre la vetta rocciosa del Monte Prasanto (1244 m., un’ora circa dal Rifugio Consiglieri).
Terza parte: alla Bocchetta di Luera (1200 m)
Partenza: Monte Prasanto (1244 m)
Arrivo: Bocchetta di Luera (1200 m)
Dislivello: 250 m in discesa, 250 m in risalita
Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti circa
Difficoltà: E
Segnavia: bandierine bianco-giallo-rosse, segnavia n. 4 (dalla Colma di Ravella)Dalla vetta del Prasanto si divalla verso settentrione seguendo le indicazioni per il Sasso Malascarpa (ci troviamo nel pieno territorio della Riserva Naturale). Questa nota struttura rocciosa (raggiungibile in 15 minuti) offre una duplice peculiarità: da un lato la possibilità di ammirare le sculture calcaree generate dall’opera dell’acqua (famosissimi sono i cosiddetti campi solcati), dall’altro di cercare e sicuramente trovare la presenza fossile del Conchodon (mollusco bivalve). Il toponimo Malascarpa probabilmente deriva da Sass de la malascarpa, derivato forse da masca strega, in un popolaresco affiancamento probabile tra rocce dalle forme bizzarre ed elementi magici e negativi. Dal Sasso si scende dapprima per roccette e poi per bosco di conifere, percorrendo la cresta boscosa che separa la Valmadrera (a destra) dalla Val Ravella (alla nostra sinistra). In poco meno di 20 minuti si perviene alla Colma di Ravella (1000 m.), piegando a destra in direzione di Luera (indicazioni). Da qui si segue il segnavia n. 4 per il Monte Moregallo e Valmadrera in direzione della Fonte del Fò (Acqua del Fò), una sorgente che si palesa nei pressi di un secolare faggio. Voltando a sinistra si risale il faticoso sentiero che, attraversando la faggeta, conduce alla bocchetta di Luera, posta tra il Corno Centrale ed il Corno Orientale di Canzo (1200 m.).
Quarta parte: Corni di Canzo
Partenza: Luera (1200 m)
Arrivo: Corni di Canzo
Dislivello: 90 m circa in discesa, 190 m circa in salita
Tempo di percorrenza: 1 ora e 15 minuti circa
Difficoltà: EEA (solo la vetta del Centrale ed Occidentale, II° U.I.A.A.), altrimenti E
Segnavia: bandierine bianco-rosseDa Luera in pochi minuti, voltandosi a destra, si raggiunge la Vetta del Corno Orientale (1232 m). Ripercorrendo a ritroso i propri passi e ritornando a Luera si risale nel bosco proprio in direzione della parete orientale del Corno Centrale. Qui è necessario trovare, tra le fronde e le frasce, la traccia che conduce al breve percorso attrezzato grazie al quale si raggiunge facilmente la vetta del Corno Centrale. Da qui si scende su percorso in libera (II°, bolli rossi, vedi sotto) sino alla selletta che separa il Corno Centrale dall’Occidentale (Forcella dei Corni). In alternativa è anche possibile (se si desidera evitare il tratto di facile arrampicata protetta) imboccare il sentiero che risale verso destra, costeggiando la Parete Fasana del Corno Centrale (versante settentrionale), per sbucare proprio sotto il Rifugio S.E.V. Pianezzo (1225 m). Lasciando il rifugio alle proprie spalle si risale il sentiero (indicazione per Corno Centrale), guadagnando la forcella che separa il Corno Centrale dall’Occidentale (Forcella dei Corni), a quota 1300 m. (30 minuti). Voltando a sinistra si risale, dapprima in falso piano poi in salita, la cresta di congiunzione tra i due corni, giungendo proprio sotto i contrafforti terminali del Corno Centrale; da qui si ascende seguendo i bolli rossi, su percorso non sempre obbligato: è possibile spostarsi a destra su percorso più facile o piegare a sinistra e, dopo un tratto esposto, risalire per una decina di metri un canalino (II°) sino al culmine del Corno (1371 m., 15 minuti dalla Forcella). Ritornando con attenzione alla forcella si percorre un tratto a mezza costa verso ovest, transitando al disotto della parete settentrionale del Corno Occidentale. Si risale dapprima un canalino (I°) sulla sinistra, poi un altro tratto di sentiero ci conduce alla base del canalino (più impegnativo) che ci condurrà in vetta. Con attenzione (esposto e sdrucciolevole) si scalano le rocce del canale, seguendo con sicurezza i bolli rossi (II°), raggiungendo in breve la cresta sommitale e la croce di vetta (1373 m., 15 minuti dalla Forcella).
Discesa:
Partenza: Corno Occidentale (1373 m)
Arrivo: Fonti del Gajum (485 m)
Dislivello: 888 m in discesa
Tempo di percorrenza: 1 ora e 30 minuti
Difficoltà: EE il primo tratto, poi E, quindi T
Segnavia: bandierine bianco-rosseDalla croce di vetta del Corno Occidentale si prosegue con circospezione verso ovest, su cresta spesso affilata. Si attraversa il Passo della Vacca, profondo e marcato intaglio roccioso tra la parete sud ed il versante nord del Corno Occidentale. Seguendo i bolli rossi e le bandierine bianco rosse ci si sposta verso il termine occidentale della cresta, piegando poi verso destra e discendendo, zigzagando, il canalone nord occidentale. Giunti sulla pietraia di scolo ed attraversato un morbido prato in direzione di una bella croce lignea si piega a sinistra, scendendo su percorso erto e sdrucciolevole (tralasciare le deviazioni), in direzione della Terz’Alpe o Alpe Piotti (793 m., 40 minuti). L’edificio, ancora perfettamente integro ed abitato, offre la possibilità di un breve ristoro e di una sorsata di acqua fresca di fonte. Prendendo ora la mulattiera sulla destra, dapprima in piano e poi in discesa, si raggiungono la Second’Alpe e la bellissima costruzione della Prim’Alpe o Alpe Grasso (725 m., 1 ora e 10’), sede di un interessante museo geologico e punto informativo dell’ERSAF (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste). In breve raggiungiamo le Fonti del Gajum terminando così questa piacevole e lunga passeggiata.
Autore: Guido Caironi -
Altre traversate dell'autore...
Data: 02/04/2008
© VieNormali.it
I Corni di Canzo
|

Tracciato indicativo della traversata