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L’itinerario di salita al Monte Venerocolo |
Regione: Lombardia (Brescia) ![]() Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Retiche - Gruppo Adamello Provincia: Brescia Punto di partenza: Malga Caldea (q. 1584 m) Versante di salita: Vari Dislivello di salita: 1740 m - Totale: 3480 m Tempo di salita: 5,15 h - Totale: 10,30 h Periodo consigliato: estate |
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Il Monte Venerocolo è tra le cime più elevate del Gruppo dell’Adamello ed è molto frequentato, grazie alla facilità d‘accesso. Si trova all’apice delle catene montuose che separano il Ghiacciaio Pisgana Ovest dal Ghiacciaio dell’Adamello ed è quindi un importante nodo orografico. A nord del Passo Brizio non ha rivali in altezza, dalla vetta è veramente grandiosa la visione sulla parete N dell’Adamello e sui vasti e sofferenti ghiacciai.
L‘ascesa dal Rifugio Garibaldi si svolge lungo il vallone che conduce al Passo del Venerocolo e poi per la cresta NW, larga, composta da sfasciumi, senza percorso obbligato (EE). Ad inizio stagione e in presenza di neve, il tratto intermedio della cresta diventa un poco affilato, ma senza creare problemi particolari ad un escursionista esperto. Mentre la discesa avviene dal versante S (EE) e il ritorno dal Passo Brizio (F). Ovviamente la traversata può essere affrontata al contrario, le difficoltà si equivalgono, in questo caso il tratto attrezzato con catene e pioli del Passo Brizio, lo si affronta in salita e per i meno esperti non è di poco conto.
Da Edolo si prosegue sulla strada per il Passo del Tonale fino a Temù e dal centro di questo paese si svolta a destra, seguendo le indicazioni per Rifugio Garibaldi. Inizialmente la strada è asfaltata, poi sterrata fino a Malga Caldea, dove si parcheggia nelle piazzole e negli slarghi lungo la strada. Attualmente l’accesso è gratis.
Da Malga Caldea si raggiunge a piedi la sbarra che chiude ai veicoli l’accesso alla stradina asfaltata di servizio ai bacini artificiali. Si segue questa stradina impervia, monotona e con numerosi tornanti che supera il ripido fianco W della valle e conduce ai pianori superiori dove continua, ora sterrata, ad W del primo invaso, il Laghetto dell’Avio (q. 1869 m). La strada prosegue pianeggiante sulla sponda W del successivo Lago d’Avio e verso la fine di questo la si abbandona e si imbocca la mulattiera segnalata che costeggia il terzo bacino, il Lago Benedetto.
Al termine di quest’ultimo lago il sentiero (ovviamente segnalato fino al Rifugio Garibaldi) supera un ripido gradino roccioso in prossimità di una cascata e ci conduce alla distesa prativa di Malga Lavedole (q. 2044 m). In prossimità di un traliccio dell’alta tensione si attraversa il torrente sopra un ponticello e s’imbocca la mulattiera che sale inizialmente verso NE, passando vicino a secolari esemplari di larici e cembri.
Segue un tratto quasi pianeggiante in direzione SE, al termine del quale bisogna affrontare il famoso “calvario”, battezzato con questo nome dagli Alpini durante la Grande Guerra. Si tratta del ripido fianco N della Valle di Venerocolo che la mulattiera supera con numerose svolte, fino a raggiungere la diga del Lago Venerocolo e il vicino Rifugio Garibaldi (q. 2548 m, circa h 2,45 da Malga Caldea).
Dal rifugio si retrocede poche decine di metri e si seguono le indicazioni per Passo del Venerocolo. L’intero percorso è segnalato e si svolge su pietraie e ganda. Giunti al passo, i segnavia terminano, ma ora si seguono gli ometti di pietre e si risale il larghissimo crestone NW di sfasciumi che conduce in vetta senza difficoltà (circa h 2.30 dal rifugio).
Dalla vetta si scende a piacimento il vasto pendio S, formato da pietre e blocchi accatastati, spesso instabili, che richiedono attenzione ma senza alcuna difficoltà. Si possono visitare: resti delle postazioni militari, basamenti di baracche e i legni sparsi per mezzo pendio, rotoli di filo spinato, scatolette della carne a centinaia, pale, picconi e grosse ossa bianche, presumo di bovini, per l’alimentazione degli alpini durante la Grande Guerra.
La seconda parte del pendio la si affronta sulla destra, fino a raggiungere il Ghiacciaio dell’Adamello. Il percorso sulla vedretta che qui è pianeggiante, è breve, circa 100 m. Individuato il Passo Brizio con il Bivacco Zanon Morelli ben visibile sulla destra, si risale il ripido canale di ghiaie e detriti, alto un centinaio di metri e si raggiunge prima il bivacco e dopo pochi metri il valico. In salita sono assenti i segnavia ma il percorso è evidente e bisogna fare attenzione alla caduta pietre. Mentre, dal vertice del passo al rifugio e ritorno, i segnavia sono sempre presenti.
Il primo pendio che si scende dal passo è di sfasciumi e blocchi, il secondo invece è lo zoccolo roccioso del passo ed è attrezzato con catene e pioli metallici. Di seguito si divalla principalmente su ganda e a lungo. Dopo aver percorso la corona della diga si arriva al Rifugio Garibaldi e poi si scende a Malga Caldea.
Come già accennato, il percorso sul ghiacciaio è breve e pianeggiante. I ramponi, quelli leggeri in alluminio, li avevo al seguito ma non li ho utilizzati.
Panorama di vetta e l’itinerario di discesa | Il versante S del Monte Venerocolo | Il Rifugio Garibaldi e l’itinerario della traversata |
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