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La lunga cresta da percorrere, vista dalla Cima di Lemma |
Regione: Lombardia (Bergamo) ![]() Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Alpi Orobie Provincia: Bergamo Punto di partenza: Località San Simone, Valleve (q. 1660 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 800 m - Totale: 1600 m Tempo di salita: 3,15 h - Totale: 5,30 h Periodo consigliato: primavera - autunno |
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Questa cima si trova in territorio valtellinese ed è collegata alla Cima di Lemma da una bella cresta che presenta alcuni passaggi adatti ad escursionisti esperti e richiede condizioni di tempo e terreno ben asciutto, in quanto si svolge in parte su roccia, in parte su traversi erbosi, che potrebbero essere pericolosi in caso di terreno umido.
Superato l´abitato di Valleve, si prosegue verso la località San Simone, parcheggiando alla fine della strada, nell´ampio parcheggio sterrato in prossimità della partenza dei vecchi impianti da sci. Lasciata l´auto proseguiamo imboccando la mulattiera in direzione della baita-rifugio Camoscio.
Dalla Baita Camoscio, proseguiamo seguendo le indicazioni per le trincee delle linea Cadorna ed il Passo di Lemma, ove giungeremo dopo circa 1h.15min dal parcheggio. Dal Passo di Lemma attacchiamo la cresta alla nostra destra, percorrendola interamente sino alla vetta. Questa cresta non presenta difficoltà, è solo piuttosto lunghetta. Dalla vetta, dritto davanti a noi, vediamo distintamente il nostro obiettivo e la lunga cresta da percorrere per raggiungerla. Proseguiamo quindi in leggera discesa, seguendo la traccia di sentiero, che in breve ci conduce al passo Scala. Dal passo riprendiamo a salire, mantenendoci sempre in cresta, inizialmente senza particolari difficoltà, alternando passaggi su semplice roccia a tratti erbosi, sino a giungere ai piedi di un facile salto roccioso, ove vedremo una placca a ricordo di una vittima. Da qui il percorso cambia totalmente e diviene più impegnativo, ma mai difficile. La cresta è rocciosa, piuttosto ripida, ma gli appigli sono buoni e la roccia ben stabile. I gradoni da risalire sono semplici, anche se l’esposizione a tratti è elevata. Superato questo punto, torniamo a camminare agevolmente su cresta erbosa sino a pervenire ad un tratto roccioso caratterizzato da un salto verticale di circa 2 metri (II grado). Lo si può percorrere in due modi: o salire di forza sfruttando alcune lame orizzontali di roccia, oppure aggirarlo scendendo leggermente verso sinistra, trovandoci quindi a compiere un breve traverso per poi ritornare in cresta una volta superato il salto (questo è il punto più impegnativo in discesa). Ritornati in cresta continuiamo lungo una serie di rocce e blocchi senza difficoltà fino al secondo punto critico della via, un improvviso intaglio piuttosto esposto. Per scendere alla base dell’intaglio vi sono tre possibilità: affrontare direttamente una placca di circa 4 metri in discesa, disarrampicando (II grado); portarsi leggermente all´estrema destra della placca e scendere, sempre disarrampicando, per portarsi all´intaglio; aggirare la placca sulla sinistra, come fatto per il salto di roccia precedente, sempre compiendo un traverso su zolle d´erba e rocce, sino a pervenire all´intaglio alla base della placca (questo è il secondo punto critico della via, più complesso in salita perchè ci troviamo a percorrerlo in discesa). Dall’intaglio, ci troviamo davanti a rocce strapiombanti e aggettanti, costituite da grossi blocchi scuri. Per superarlo, l´unica modalità è quella di aggirarle portandosi sempre sul lato sinistro, salendo un breve tratto di balze erbose per poi riportarsi in cresta e quindi in vetta, ove ci attende un grosso ometto.
Come per la salita, facendo molta attenzione ai punti più critici. In alternativa, una volta tornati sulla Cima di Lemma, si può scendere a sinistra sino al Passo Tartano, per poi piegare a destra e tornare a San Simone per comoda mulattiera, compiendo una sorta di anello.
Escursione adatta ad escursionisti esperti, per via dei punti critici che richiedono piede fermo, esperienza di percorsi in cresta e su roccia ed assenza di vertigini. Vi è sempre comunque modo di individuare il percorso che si preferisce fare in base alle proprie valutazioni, per aggirare i salti rocciosi. La roccia è stabile, non vi sono sfasciumi, quindi la si può utilizzare come "leva" cui aggrapparsi nei punti più ostici.
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