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Via di salita tutto sommato poco impegnativa dal punto di vista alpinistico, ma certamente non banale. La cima del Corno dŽAngolo (Eckhorn in tedesco) si eleva in un angolo appartato del sottogruppo del Popena, al confine tra Cortina e Auronzo; è alla portata di chi sappia divertirsi su terreno non segnalato e friabile, e non è molto battuta. Dalla vetta, panorama non scontato sui Cadini di Misurina, Marmarole, Piz Popena, Sorapis, Tre Cime di Lavaredo e anche oltre.
Dal tornante, seguendo il sentiero segnavia 222, in unŽora e mezzo circa si risale la Val Popena Alta, dominata dalle cime e le guglie del sottogruppo del Popena, portandosi sullŽampia sella (q. 2214 m) dove sorgono i resti del Rifugio Popena, bruciato nel 1944 dopo sei anni di esercizio e fortunatamente mai riedificato.
Ci sŽinterna nel circo che caratterizza in destra orografica la testata della Val Popena Alta. Lo si percorre nel fondo, affiancando sulla destra le due Torri di Popena e scegliendo la via migliore fra magro pascolo, detriti e blocchi, e infine si raggiunge una piccola sella fra il Corno a sinistra e la Croda di Pausa Marza a destra, che sul lato opposto sprofonda verso il rio Rudavoi. Piegando a sinistra per detriti, placche e scaglie, si seguono le tracce e gli ometti. Superati due brevi passaggi un poŽ friabili ed esposti (I), tenendosi in cresta o subito sotto verso la Val Popena Alta, si giunge ai malfermi blocchi della cima.
Come per la salita.
Visibile fin da Cortina, il Corno dŽAngolo sorge ai piedi del Piz Popena, alla sommità di un vallone frequentato da camosci. Verso sud presenta uno spigolo verticale, salito da Comici e del Torso nel 1933 e nel 2009 da scalatori triestini, con una via moderna che incrocia la Comici. La normale, poco nota ma apprezzabile, riserva una solitudine totale.