Cima Mora fa parte di una lunga cresta che comprende il Monte Toc (q.1920 m.) ed il Begol di Toc (q.1833 m.). Il tratto compreso tra Cima Mora e Monte Toc è inframezzato da una cima minore senza nome.
dalla SS. 251 provenendo da Erto si volta a sinistra circa 200 metri dopo la deviazione per il paese di Casso.
Circa 500 metri dopo l'inizio della strada laterale diretta a Pineda si parcheggia presso uno slargo. Si seguono i cartelli del Parco Dolomiti Friulane per Casera Vasei coincidenti con il sentiero CAI 907 (q.820 m.). All'inizio si segue uno sterrato in discesa poi si volta a sinistra ( cartelli e segnavia CAI). S inizia a salire su sentiero ripido che si addentra profondamente nel bosco. Si segue il facile ma faticoso sentiero che si innalza velocemente e dopo circa 2 ore conduce sotto una splendida parete di roccia cristallizzata ricco di grotte e caverne nella parte superiore ( una grotta laterale è facilmente visitabile ). Si prosegue lungamente di nuovo in ripida salita in un bel bosco di larici e pini e dopo circa un'ora si arriva presso un pianoro ove sorge Casera Vasei (q. 1610 m.) che è un ricovero di fortuna. Sotto al ricovero si individuano gli ometti ed i rari segnavia che segnano la via normale di salita alla Cima Mora ed al Monte Toc. Si spera una nuova fascia boscosa fino a giungere presso una vastissima prateria di mugo intervallata da bassa vegetazione. Si super un sasso con frecci rossa per la cima del Toc e si prosegue diritti fino ad una rampa verde che conduce verso la forcella che divide la cresta della Cima Mora da quella del Toc. Si risale a sinistra la rampa che sul lato Nord cade verticalmente (attenzione) e si arriva sulla erbosa cima Mora ove su un piccolo sasso è scritta la quota di 1940 metri. Panorama fantastico verso il Col Nudo e verso la valle del Piave.
Dalla cima Mora si torna alla forcella e si risale su verdi la cresta di una cima minore ed infine con un sentiero che scende e risale su rocce e sfasciumi si tocca la cima del Toc più bassa di Cima Mora. Si ritorna indietro per lo stesso percorso fatto all'andata ma ridiscesi a Casera Vasei e dopo aver raggiunto lungo il CAI 907 la quota di circa metri 1100 si nota sulla destra un segnavia che individua una traccia che conduce presso un interessante punto di osservazione della frana del 1963 (ometto). Si ritorna presso l'ometto (20 metri dal pulpito della frana) e si scende verso destra per tracce e rari nastri bianchi fino ad intercettare dopo circa un'ora il sentiero CAI 907 che verso destra ritorna alla piazzola del parcheggio.
I luoghi sono selvaggi, isolati e scarsamente frequentati ma estremamente belli sotto ogni profilo. Il pulpito sopra la frana è interessantissimo e consente una visione più chiara di quanto accadde all'epoca.