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Il Corno di Macesso è una splendida bastionata rocciosa che sovrasta il Passo Miller, alla sua dx. Dopo il Passo Miller non ci sono bolli ad indicare la salita al Corno, c´è una labile traccia e degli ometti. Questa vetta può essere salita anche dalla Val Saviore, con partenza da Fabrezza.
Dalla SS42, giunti al semaforo principale del paese di Malonno, seguiamo le indicazioni per i Rifugi e percorriamo la stretta ma asfaltata strada che porta al parcheggio di Ponte del Guat/Malga Premassone.
Dal parcheggio e dalla Malga Premassone seguiamo la mulattiera nel bosco, ignorando la prima svolta a sx e proseguendo sempre su comoda mulattiera e poi fondo valle sino a salire ripidamente le famose scalette di Miller, che ci depositano, al loro termine, nell´ampio pianoro erboso che in circa 30 minuti ci fa raggiungere il Rifugio Gnutti. Da qui seguiamo il sentiero, indicato dai cartelli, per il Passo Miller. Inizialmente il sentiero è pianeggiante, sino al bivio successivo (ove a sx si va al Passo Cristallo), che ignoriamo, e continuiamo sempre per il Passo Miller (che diviene sentiero num 1, alta via). Man mano che si sale il sentiero assume le tipiche caratteristiche della zona adamellinica, vale a dire i grandi blocchi rocciosi che vanno tastati per assicurarsi che siano stabili e stando sempre attenti ai buchi sottostanti. A ridosso del Passo diventando un pò più sfasciumi e si perviene al brevissimo tratto attrezzato proprio sotto il Passo. Il tratto, con catena e staffe, ci assicura quest´ultimo strappo ed arriviamo al Passo Miller, ove sotto di noi, nel versante opposto a quello salito, vediamo la Val Salarno. Qui ci abbassiamo leggermente su detto sentiero proprio per pochissimi metri, stando attendi a notare la straccia di ometti che si stacca alla ns dx e percorre in traverso e in sotto cresta il Corno di Macesso. L´ambiente cambia, diviene non più severo e imponente come lo vediamo salendo al Passo, bensì un percorso che alterna rocce ed erba, cui prestare attenzione che le zolle siano stabili e non scivolose. La traccia rimane sempre sotto il filo di cresta e sempre sul versante della Val Salarno, con alcuni punti un pò ripidi ove porre attenzione. Seguendo sempre gli ometti (non sempre ben visibili, a volte si confondono) si perviene in vetta.
Come per la salita. Facendo particolare attenzione al ritorno al Passo e nel tratto di blocchi sotto il Passo.
Da fare assolutamente con tempo stabile. Segnalo che la zona è assolutamente priva di ricezione telefonica