Punta Sorapiss è il punto più alto del omonimo massiccio che risulta compreso nei territori di Cortina d´Ampezzo, San Vito di Cadore e Auronzo di Cadore. Tutto il gruppo è ben visibile dal versante Nord dove la sua immagine più suggestiva è ripresa dal Lago di Misurina.
Durante la salita descritta dalla presente relazione erano in vigore norme restrittive (seggiovie chiuse e bivacchi inutilizzabili) a causa dello stato di pandemia da COVID19, per cui la partenza è stata in prossimità della Baita Sun Bar a quota 1130 metri ben prima del parcheggio della seggiovia verso il rifugio Scotter che risultava ovviamente inagibile. Era inoltre inutilizzabile come punto di appoggio il bivacco Slataper a 2600 m s.l.m.
La salita inizia in prossimità della baita Sun Bar (parcheggio autoveicoli). Si prosegue inizialmente per strada asfaltata che in poco tempo lascia spazio a un largo e pratico sentiero forestale. Si risale per tornanti finchè non si giunge alle evidenti indicazioni per il Rifugio San Marco (indicazioni dislocate pochi metri prima dell´arrivo al Rifugio Scotter), a quel punto il sentiero (sempre ben segnalato) prosegue nel bosco, attraversando i ghiaioni generati dal Ru da Sacco, fino a quota 1823 metri (quota dove troveremo il San Marco). Giunti al rifugio si prosegue per il sentiero CAI226 in direzione della Forcella Grande. Qui il tragitto fino a quel punto estremamente comodo, lascia spazio a qualche semplice balza rocciosa e a pendenze decisamente più elevate nonostante tutto il percorso rimanga comunque sempre ben evidente e segnalato. Giunti oltre la Forcella Grande q. 2250 metri il panorama si apre e possiamo ammirare a grande distanza la nostra meta finale con a destra il gruppo delle Marmarole e a sinistra la Punta dei Ross. A quel punto il sentiero da seguire è il CAI246 che prosegue verso sinistra a costa di monte, con pendenza quasi nulla per circa 1,5 km per iniziare a risalire in modo deciso a quota 2400 metri dove incontreremo le ultime indicazioni per il bivacco Slataper. Giunti in prossimità del bivacco (che vedremo solo in lontananza), si devia verso destra per iniziare a risalire il faticoso e lungo ghiaione del Rusecco che ci porterà fino all´attacco della via normale a circa 2800 metri. Con partenza diretta da San Vito di Cadore si raggiunge l´attacco alla via normale in circa 4 ore. Giunti a questo punto inizia il tratto di risalita su roccia nonché il tratto più bello ed emozionante dell´intera salita, che pur non risultando mai particolarmente complessa presenta grande esposizione e necessita di piede fermo e deciso in alcuni passaggi, non risultando adatto ai meno esperti. In breve si raggiunge quello che viene definito camino di III grado, dove sono posizionate corde fisse in zone dove l´umidità dovuta a fusione dei nevai non garantisce buona presa su roccia. Superato il camino di III grado si prosegue a sinistra in direzione della Croda Marcora (q. 3154 metri) finché evidenti ometti non ci condurranno a un bivio che a sinistra prosegue sempre verso la Croda Marcora, mentre deviando a destra il percorso proseguirà verso Punta Sorapiss, superando cenge rocciose a tratti esposte ma con un panorama mozzafiato sul Monte Antelao e su tutta la via appena risalita. Gli ultimi 200 metri di dislivello si snodano su quello che viene chiamato "Giaron Alto" un percorso a roccette che non presenta particolari difficoltà tecniche se non per la sempre minore evidenza di tracce che potrebbe confondere i meno esperti. Si giunge infine nei pressi del castelletto di roccia sommitale che a pochi metri dalla vetta richiederà attenzione per un ultimo passaggio di arrampicata di II grado che ci condurrà direttamente alla croce di vetta a quota 3205 metri. Tempo di salita da San Vito di Cadore (circa 6-7 ore con alcune soste). Pur non presentando particolari impedimenti la salita a Punta Sorapiss non è adatta a tutti e richiede il giusto rispetto per quello che si configura come un itinerario impegnativo (di notevole dislivello) e con tutt´altro che banali passaggi su roccia. La presente relazione è riferita a una salita eseguita nel periodo estivo con giornata soleggiata e con la quasi totale assenza di neve che potrebbe ulteriormente complicare il percorso. Sono ovviamente necessari abbigliamento tecnico per garantirsi buona protezione al freddo (non è raro trovarsi in parete con nuvole e temperature basse anche in pieno periodo estivo), un minimo di attrezzatura da arrampicata (comoda soprattutto per le calate in discesa), casco contro la caduta frequente di rocce e una sufficiente scorta di acqua.
Come per la salita. E´opportuno avere con se una corda da 20-30 metri per effettuare calate in doppia durante la discesa, da utilizzare nei due punti dove sono presenti anelli di calata e soste attrezzate allo scopo. E´ consigliabile effettuare la calata appena sotto la cima (in prossimità del passaggio di II grado) e per scendere il camino di III grado che incontriamo all´inizio della via su roccia. Per la discesa sono richieste dalle 3 alle 4 ore a seconda del passo e al numero di soste che si decide di fare.
Itinerario che è preferibile affrontare almeno in coppia, trattandosi di uno dei pochi ambienti dolomitici particolarmente primitivi, privi di sentieri attrezzati e con bassissima frequenza di persone. Il tempo di salita e discesa può variare molto in base alle condizioni fisiche di ciascun individuo nonché in base alle condizioni climatiche che potrebbero ostacolare la buona visibilità e allungare il tempo di percorrenza. L´itinerario oltre al dislivello presenta uno sviluppo orizzontale totale degno di nota sfiorando i 20 km.