Il Gran Paradiso è la vetta principale dell'omonimo massiccio. Seppure, dalle vie normali, non presenti grandi difficoltà tecniche, la quota, lo sviluppo e il dislivello non sono affatto da sottovalutare. La vetta può essere raggiunta sia dal Rifugio Vittorio Emanuele II, sia dal Rifugio Chabod. La relazione qui proposta presenta una via di salita alternativa al frequentatissimo Ghiacciaio del Gran Paradiso (v. relazione), partendo, comunque, dal Rifugio Vittorio Emanuele II. La via, infatti, si snoda sulla morena laterale nord del Ghiacciaio sopracitato e raggiunge il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau, per poi ricongiungersi, nei pressi della Schiena d'Asino, alla via normale che sale dal Rifugio Vittorio Emanuele II.
Da Aosta seguire la strada statale 26 sino a Villeneuve e imboccare la regionale per Valsavaranche. Dal parcheggio di Pont, dove termina la strada, attraversare il torrente e, su sterrata, dirigersi verso il fondovalle. Oltrepassato un ponte in legno, inizia il sentiero vero e proprio che, con ampi tornanti e mai eccessivamente ripido, conduce al Rifugio Vittorio Emanuele II (q. 2732 m e 2,00h circa dalla partenza). Subito dopo aver attraversato il ponte in legno, è possibile imboccare, sulla sinistra, una delle tante scorciatoie che permettono di evitare i lunghi tornanti del sentiero. Nonostante tali scorciatoie permettano di guadagnare tempo, esse sono molto ripide e, in alcuni tratti, sdrucciolevoli.
Seguire i numerosi ometti alle spalle del Rifugio e dirigersi verso la morena laterale nord del Ghiacciaio del Gran Paradiso. Proseguire lungo il filo della morena, fino a q. 3090m circa, dove termina la traccia di sentiero. Qui svoltare decisamente a sinistra, sormontando un ripido pendio (10/15 m) di rocce rotte prima e placche rocciose poi. Il sentiero prosegue su di una pietraia (a inizio stagione su nevai) abbastanza ripida, fino a raggiungere il crepacciato Ghiacciaio di Laveciau (dove si incontra la traccia proveniente dal Rifugio Chabod). Si scende per pochi metri proprio al bordo del ghiacciaio. La traccia si snoda a zig zag tra i numerosi seracchi (molto aperti da metà luglio in poi). Tratti più pianeggianti si alternano a tratti più ripidi, anche se le pendenze non risultano mai troppo impegnative. Si perviene, così, alla Schiena d'Asino (q. 3750 m circa), dove si incontrano le due vie normali per il Gran Paradiso. Con ampi zig zag abbastanza ripidi si raggiunge e si supera la crepacciata terminale (aperta da metà luglio in poi) e, transitando sotto a delle bastionate rocciose, si guadagna il colletto prima della breve cresta finale. Dal colle si prosegue su neve e roccette esposte e a picco sul sottostante Ghiacciaio della Tribolazione, fino alla Madonnina bianca della vetta. Il passaggio più problematico, poiché maggiormente esposto, si trova proprio a 5 m dalla cima, ed è attrezzato con due spit per poter fare sicura (4,30 h circa dal rifugio).
Dalla vetta, una volta tornati presso la Schiena d'Asino, continuare lungo la via normale che sale dal Ghiacciaio del Gran Paradiso (è sconsigliabile il ritorno dalla via di salita nelle ore più calde a causa della presenza dei seracchi e crepacci).
La salita da questo versante presenta uno scenario più alpinistico in quanto il Ghiacciaio di Laveciau risulta maggiormente crepacciato del Ghiacciaio del Gran Paradiso. La difficoltà PD-, infatti, si riferisce proprio a questo fatto.