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La Dent d’Herens si eleva nella catena principale delle Alpi Pennine centrali – sulla cresta di confine tra Italia e Svizzera - tra il Cervino ad oriente (da cui è separato dal Col Tournanche) e la Tete de Valpelline ad occidente (con interposto il Col di Tiefmatten). Funge da spartiacque tra la Valtournanche, la Mattertal e la Valpelline. Verso meridione snoda la possente diramazione delle Grandes Murailles culminante con la Punta Margherita e Les Jumeaux.
Si costeggia in piano tutta la lunga sponda nordoccidentale del Lago di Place Moulin fino a giungere a Prarayer, proseguendo poi lungamente dapprima con direzione NE per rado bosco e poi con direzione N per desolato vallone fin nei pressi della testata del medesimo. Qui si attraversa il torrente mediante ponticello portandosi sulla sinistra orografica dello stesso, si costeggia il laghetto creatosi con il ritiro della lingua glaciale sottostante la grande seraccata del Ghiacciaio di Tsa de Tsan e infine si risale una zona di rocce lisce (catene) fino al Rifugio Aosta.
Dal rifugio ci si abbassa brevemente per poi risalire con direzione E il vallone di detriti morenici a N dei Rocher Silvano fino ad un’area piana con ghiacciaio residuale sulla verticale della cima della Tete de Valpelline. Rimontato il successivo fronte si calca definitivamente il Ghiacciaio delle Grandes Murailles che va risalito nella medesima direzione fino in corrispondenza dello sperone meridionale della Dent d’Herens. Lasciato a destra il biv. Perelli, si sale ora in direzione NE fino alla testata pensile del ghiacciaio per poi rimontarne il filo in direzione N giungendo così all’attacco delle rocce. Poco a sinistra, facilmente e brevemente, si guadagna la cresta di confine (II e I) che va ora seguita verso W aggirando a S il gendarme qui presente. Si attraversa in lieve discesa il successivo pendio nevoso e con medesima direzione le roccette seguenti entrando così in un canale largo e svasato. Risalirlo fin dove le rocce iniziano a diventare verticali. Doppiando facilmente il costolone a sinistra si entra in versante meridionale e si sale per roccette e detriti alla cresta sommitale ormai ad W dell’anticima orientale. Cavalcando l’aerea e spettacolare cresta finale, tra i dirupi rocciosi a S e gli scivoli ghiacciati a N, si termina in vetta.
Le possibili discese ragionevoli sono tre:
1) per la via di salita (opzione non molto razionale volendo divallare)
2) per la storica via normale (fare attenzione al punto in cui abbandonare la cresta W)
3) per la cresta Tiefmatten (scelta più ovvia).
Dovendo definitivamente abdicare dal ruolo di via normale la salita da SW, la via per la parte alta della cresta E avrebbe sicuramente i connotati tipici per succederle in tal senso (attacco della via già prossimo ai 4000, breve, facile, esposta al sole fin dall’alba). Comunque sia, ottima alternativa alla cresta W (rilassante, spopolata, con finale spettacolare e sempre al cospetto dell’intrigante versante W del Cervino).