Bella escursione, piuttosto ripida lungo il “direttissimo” sentiero 401 dir. Il versante di questa salita è a Nord Est, quindi nei cambi stagione potrebbero essere presenti rimasugli di neve.
Si tratta di una zona impervia e solitaria, poco frequentata, molto bella.
Raggiungere in auto la piana del Gaver, alla quale si può accedere discendendo dal Passo Crocedomini (per chi proviene dalla SS 42 della Valle Camonica), oppure dal Lago d´Idro e Bagolino (se si viene da Brescia). Si parcheggia nei pressi del Bar Bruffione, ove vi sono abbondanti parcheggi. A brevissima distanza, una breve strada sterrata scende a ridosso del bar e verso il sottostante torrente Caffaro. All´imbocco di questa strada troviamo un tabellone sono indicati tutti i sentieri e le escursioni in zona.
Imboccata questa stradina, giungiamo ad un ponte sul torrente, che attraversiamo. Davanti a noi vediamo altri cartelli indicatori. Imbocchiamo a sx il sentiero 401dir. Risalire subito il prato seguendo i bolli bianchi e rossi (nei primi metri in mezzo al prato un po´ difficili da vedere, poi sempre ottimamente visibili). Si sale abbastanza ripidamente nel bosco con alcuni tornanti stretti, poi la foresta si fa meno fitta, e si transita dai ruderi di Malghetto (1705 Mt., 40´ dalla partenza).
Da qui si sale ancora a destra tra abeti e larici, giungendo a fondo valle in campo aperto, ove il bosco termina e vediamo sulla nostra destra la nostra meta. Qui, seguendo sempre i bolli, si attraversa verso destra il torrente seguendo il sentiero, che si arrampica per i versanti erbosi della valle.
Si passa lungo alcune cenge erbose sopra a delle balze di roccia e più in alto si risale tra blocchi di granito accatastati fino a giungere nei pressi di un piccolo e laghetto. Dal laghetto si risale ancora verso destra il pendio, fino ad arrivare pochi metri sotto il Passo Boia, ove troviamo dei cartelli segnavia che ci indicano la nostra meta.
Proseguiamo a destra lungo i bolli che ci conducono ad un breve canalino che ci porta in cresta. Dopo poco, l´ascesa si sposta sul versante sud, spostandosi dalla cresta e percorrendo un breve tratto attrezzato con una fune, al termine della quale siamo nuovamente in cresta, che percorriamo utilizzando le stabili rocce come appigli, ponendo la doverosa attenzione ma senza grosse difficoltà.
In vetta troviamo una placcata metallica che ci indica il nome della vetta, la quota ed il CAI di appartenenza. C´è anche un libro di vetta.
Come per la salita.
Per la discesa si può decidere di ripercorrere la stessa via della salita, oppure di concatenare anche la salita al vicino Monte Bruffione (vedere relazione dedicata "Monte Bruffione").
Lungo il percorso troviamo alcune fonti d´acqua ove potersi rifornire.