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Punta Battisti - 2754 m

Via Normale Punta Battisti
La Punta Battisti dal Colle Bortolon.


Regione: Piemonte Verbania
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Pennine - Gruppo Monte Rosa
Punto di partenza: Belvedere (q. 1912 m)
Versante di salita: N-E
Dislivello di salita: 850 m - Totale: 1700 m
Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 6,00 h
Difficoltà: EEA - AR - II - F+
Periodo consigliato: estate
Punti di appoggio: Rif. Zamboni-Zappa (q. 2070 m)
Tipo di via: Via ferrata
Tipo di percorso: Sentiero e traccia, via ferrata
Libro di vetta: si
Cartografia: KOMPASS N. 87 Monterosa
Autore: Oliviero Bellinzani
Data della salita: 22/08/1985
Data pubblicazione: 05/11/2009
N° di visualizzazioni: 17287


Introduzione:

Pregevole quanto frequentata meta, la Punta Battisti domina a SE l´ Alpe Pedriola, fronteggiando l´ immensa parete Est del Rosa con la sua complessa struttura rocciosa, sulla quale sono state aperte numerose vie alpinistiche di arrampicata. Rinomata, ed ormai divenuta una classica di Macugnaga, è la traversata di cresta al Pizzo Bianco, banco di prova per molti neofiti che richiede una certa esperienza e buon allenamento.


Accesso:

Da Milano autostrada A4 Milano-Laghi, proseguire sulla A26 Voltri-Sempione direzione Gravellona Toce, continuando in superstrada direzione Sempione-Domodossola, uscita Piedimulera, da dove si imbocca la Valle Anzasca. Superato Macugnaga, si prosegue sino a Pecetto, al termine della strada, parcheggiando nell´ ampio piazzale della seggiovia. Utilizzando l´ impianto si raggiunge il Belvedere, dove si può arrivare anche a piedi in ca 2 ore prima su pista di servizio fino alla Stazione Intermedia (Alpe Burky), quindi su buon sentiero segnalato.


Descrizione della salita:

Dal Belvedere si prosegue con comodo sentiero che sale leggermente a sinistra fino alla morena dell´ omonimo ghiacciaio. Lo si attraversa seguendo i segnavia, per proseguire dall´altro lato lungo una crestina che conduce sotto al rifugio Zamboni-Zappa all´ Alpe Pedriola, che si raggiunge con un ultimo tratto erboso poco più ripido. Dal rifugio si va a sinistra, nei pressi di un grosso masso, dove proseguendo sul prato si incontrano le tracce con bolli e ometti che portano al colle Bortolon dopo avere superato un accidentato tratto di pietrame. Scollinando sul versante opposto, si traversa a destra, molto esposto, giungendo all´ imbocco di uno stretto canalino che si risale interamente (I/II-). Usciti sui pendii soprastanti, generalmente innevati fino a tarda stagione, li si risale obliquando verso sinistra in direzione della cresta SE , che si raggiunge in prossimità di un colletto. Risalendo roccette e terriccio spesso bagnato, piegando a destra in breve si è in vetta (2754).


Discesa:

Come per la salita, oppure per la classica traversata al Pizzo Bianco menzionata nell´ introduzione. In questo caso al colletto, anzichè tornare a sinistra, si continua lungo la cresta SE, attrezzata con corde e scaletta piuttosto malandate (informarsi al rifugio sul loro stato attuale) fino ad incontrare la normale del Pizzo Bianco nella parte terminale del Canalone Chiovenda (v. relazione). Quindi non rimane che salire per questa alla vetta, oppure scendere direttamente allo Zamboni.


Note:

Una bella ed interessante alternativa alla normale è costituita dalla cresta NE, via molto conosciuta e frequentata, battesimo alpinistico dell´ autore. Dal colle Bortolon si raggiunge il filo di cresta (II), o lo si aggira su cengia a destra, per poi continuare su sfasciumi. Quindi ci si innalza direttamente per la cresta con arrampicata facile e divertente, scegliendo i passaggi in base alle proprie capacità. Scesi ad una selletta (II), dove si arriva anche dall´ uscita del canalino della normale, si va a destra e si risale una placconata fino ad alcuni gradini in ferro ed una corda metallica. Dopo il primo anello, la fune prosegue in cresta ad un successivo intaglio, che si supera grazie ad una scala di alluminio. Spostatisi sul lato opposto, aiutati da una corda fissa si scala interamente una fessura riportandosi sul filo, seguendo il quale si giunge prima ad una spalla, poi all´ometto di vetta.


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