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Vista dai pressi di Sommaprada |
Regione: Lombardia (Brescia)
Alpi e Gruppo: Prealpi - Prealpi Lombarde - Gruppo Concarena Provincia: Brescia Punto di partenza: Parcheggio chiesa si Sommaprada (q. 1075 m) Versante di salita: S Dislivello di salita: 1260 m - Totale: 2520 m Tempo di salita: 3,00 h - Totale: 4,45 h Periodo consigliato: tutto l´anno |
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Il Monte Vaccio costituisce una sorta di antecima S della Punta Bacchetta e delle cime della Concarena, da cui è separato da un profondo intaglio. Dalla cima si gode un ampio panorama verso l´Adamello.
Dalla chiesa del paese di Sommaprada seguire la stretta stradina asfaltata che sale ad una stalla (scarsa possibilità di parcheggio qui) e termina poco dopo presso un bivio. Seguire a sinistra la stradina di sassi e 50 m a destra abbandonarla per seguire il sentiero sassoso con segnavia rosso che sale per bosco ad un casinello e quindi alla Casera Plasa. Continuare dritti per larga carrareccia fino ad un bivio e salire a sinistra per sentierino fra faggi e noccioli, quindi per sentiero pianeggiante nel bosco di abeti, uscendo su un alpeggio con pascolo e malga. Qui ci si congiunge con la stradina che sale da destra da Careggio. Risalire ora verso sinistra per largo sentiero sassoso fin dove finisce su dei prati e proseguire verso la larga sella erbosa a sinistra del boscoso Dosso Isiga.
Presso la sella si interseca la traccia su prati che sale verso sinistra per pendio erboso. Seguire tale traccia che supera una recinzione e presto diviene un piccolo solco poco marcato che infine si perde fra le zolle d´erba. Si prosegue così senza evidente traccia puntando alla dorsale erbosa centrale che scende dal primo picco roccioso visibile in alto sulla cresta (eventualmente si può traversare verso destra il pendio erboso e risalire il lato sinistro orografico del vallone che scende dalla visibile sella). Risalendo a zig zag il pendio erboso senza traccia e spostandosi man mano verso sinistra si guadagna la linea di cresta della dorsale, con una più marcata traccia. Seguirla e risalire tutta la dorsale erbosa fino a raggiungere la cresta presso una imponente guglia rocciosa (attenzione al salto imminente della cresta sul versante N). Poco sotto la cresta si vede una traccia proveniente da destra che traversa verso sinistra e poi diviene appena percettibile, passando sulle ghiaie sotto la parete rocciosa del picco centrale. Dopo aver attraversato tali ghiaie si raggiunge un altro pendio di ghiaie che scende dalla cresta fino ad un masso con ometto di sassi. Da qui si hanno due possibilità: salire subito a destra per ripido pendio erboso e ghiaioso con qualche ometto e raggiungere la ghiaiosa cresta finale e per questa verso sinistra si sale alla croce di vetta; oppure proseguire dritti e, raggiunta l´opposta dorsale di ghiaie, roccette ed erba, risalirla senza traccia, spostandosi poi verso destra fino a raggiungere la cresta e per questa in breve verso sinistra alla cima.
Come per la salita.
La salita in inverno si presta come scialpinistica, ma richiede condizioni di innevamento sicure e stabili data l´esposizione a sud dei pendii di salita e la possibilità di valanghe, massima attenzione sulla cresta finale in caso di neve per la possibile presenza di grosse cornici. Dalla cima si può proseguire alla Punta della Bacchetta scendendo per ghiaioni e roccette sul versante N e risalendo con qualche difficoltà analoga per il versante sud della Bacchetta.
Il percorso di salita dalla sella col Dosso isiga | La ghiaiosa cresta finale | Sulla cima con P.ta Bacchetta sullo sfodno |
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