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Il Pilastro di Prada |
Regione: Lombardia (Lecco)
Alpi e Gruppo: Alpi Occidentali - Alpi Prealpi Lombarde - Gruppo Grigne Provincia: Lecco Punto di partenza: Alpe Cainallo (q. 1400 ca) Versante di salita: SW Dislivello di salita: 400 m - Totale: 800 m Tempo di salita: 3,30 h - Totale: 5,00 h Periodo consigliato: marzo - novembre |
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Cima minore nell´ ampio panorama di vette che fanno da contorno alle Grigne, il Pilastro di Prada deve il suo nome alla vicinanza dell´ omonimo, splendido arco naturale, di per sè meritevole di un´ apposita escursione. La via proposta, la Cai Vedano, aperta nel 1995, si sviluppa in cinque lunghezze per 130 metri di sviluppo, e si potrebbe percorrere senza bisogno di altro materiale oltre ai dodici rinvii necessari, in quanto ottimamente attrezzata, se non mancasse la placchetta del primo spit del terzo tiro, il più duro. Ciò costringe ad affrontare un passaggio di IV assicurati dalla sosta una decina di metri sotto....Quindi è consigliabile portare un friend medio ed un nat piuttosto grosso con cui proteggersi. Roccia buona, stupenda sul pilastro del III tiro, lo è un po´ meno nell´ ultima e più facile lunghezza.
Da Lecco a Mandello, quindi per Varenna da dove si sale a Esino Lario, proseguendo per Cainallo. Superato l´ omonimo rifugio, ci si tiene a sinistra sino ad un ampio spiazzo erboso dove termina la strada, ultimo tratto su sterrata.
Dal piazzale si risale il pendio erboso trovando le indicazione per i Rifugi Bietti e Bogani. Con lungo mezzacosta si arriva ad un bivio : tralasciato a sinistra il sentiero per il Bogani, si sale a destra per il Bietti superando un breve ma ripido tratto che porta in cresta. A destra si stacca la traccia per i Monti Pilastro e Croce. Proseguendo a sinistra, si transita nei pressi di una casetta, da cui parte il sentiero per la Cresta Piancaformia, ed in breve si è all´ Arco di Prada, poco oltre il quale, girato il crinale ad un forcellino, per erba si risale di qualche metri sino all´ attacco. Targhetta indicatoria, Via Cai Vedano. L1: La via inizia con alcune semplici placcchette un po´ erbose, cui segue una placca abbastanza compatta e più verticale, da salire in aderenza con discreto uso dei piedi. L´ultimo tratto è invece più semplice, su roccia lavorata. Sosta scomoda in una nicchia (III/V, molti spit). L2: Dalla sosta si effettua un delicato traverso verso destra, chiodato molto corto e con qualche saliscendi (IV+/III). L3: Tiro chiave. Dalla sosta si scavalca a destra lo spigolo, risalendo una facile placca sprotetta (III) seguita da un muro non semplice che comporta un difficile passaggio obliquo a destra (IV). Proteggersi con friend e nut prima di affrontarlo, poiché lo spit presente in via alla sua base è privo di placchetta, quindi inutilizzabile. Superato il muro, si accede ad un compatto pilastro che si risale aggirando dapprima un lieve strapiombo (VI) e per stupenda placca poi (VI+), uscendo a sinistra alla catena di sosta, proprio sotto la quale si trova un masso pericolosamente instabile (spit ravvicinati). L4: Si prosegue per placchette più semplici a sinistra del filo fino ad un canale, che si segue sino alla sosta, piuttosto disagevole mentre un metro più sopra sarebbe stata comodissima.....(IV+, molti spit). L5: Dalla sosta si sale al soprastante terrazzino, e scavalcato il salto di tre metri ca che lo sovrasta (IV, 2 spit), si prosegue a sinistra del filo di cresta (III, protezioni più lunghe), sino all´ ultimo spit in vista della sosta di calata. Da qui si può proseguire in traversata (III), oppure risalire in cresta e per le facili placche del versante opposto (I+) raggiungere la sosta con catena dove termina la via. (Libro in un vasetto di vetro sotto un cumulo di sassi). Per toccare la vetta vera e propria, occorre invece risalire ancora un risalto di alcuni metri (II).
Dalla sosta dove termina la via, ci si abbassa al fittone di calata collegato ad essa da un cordone. Quindi si discende lungo la Via della Libertà, rimanendo dapprima sullo spigolino quindi seguendo i radi chiodi in parete. Con corda singola si effettuno quattro doppie, mentre con mezze da sessanta tre. Disponendo di una corda da settanta, con la terza calata è possibile raggiungere la prima sosta della Via Cai Vedano, altrimenti ci si deve accontentare di quella meno invitante della via più vecchia. Soste su chiodi con cordini e maillon. In alternativa, dalla sosta di fine via si effettua una doppia di 25 metri sul versante opposto sino ad un pianerottolo erboso. Con facile e breve disarrampicata o prolungando la calata, si giunge al sottostante pendio, dal quale si traversa verso sinistra (traccia) ad un ghiaione che si scende dritti sino ad incontrare il sentierino che percorre la base del pilastro, lungo il quale si torna all´ attacco (in questo caso portarsi le scarpe).
Bell´ arrampicata, sicura, su roccia affidabile. Soste du due spit con catena, chiodatura ravvicinata.
Primo tiro | Terzo tiro |
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